Il turno delle amministrative stabilisce il nuovo trend
Si sono chiuse ieri sera le urne per il turno di amministrative in programma. La sensazione maturata negli ultimi giorni è stata confermata dagli elettori.
Sugli scudi la Lega, che si conferma motore trainante del Centro-Destra. Il partito di Salvini saccheggia il bottino degli alleati e recupera anche molti voti dai pentastellati. Il M5S perde non solo in rapporto all’alleato di governo, ma cede una buona fetta dei suoi scorsi suffragi al PD.
È questa sostanzialmente la chiave di lettura di queste elezioni. Naturalmente fatte le debite considerazioni sul fatto che si tratta di un voto amministrativo.
È un dato consolidato però il forte impatto che la Lega ha operato nei confronti dei propri compagni di viaggio. È curioso sottolineare che il carroccio avanza soprattutto grazie al convergere dei voti provenienti da qualunque sia il suo alleato.
Una menzione particolare la merita la Liguria. In questa regione c’è da registrare il successo di Claudio Scajola. L’ex-ministro ha superato tutti gli avversari nella sua Imperia, valicando la quota del 35% e apprestandosi ad affrontare tra 15 giorni Luca Lanteri, candidato del Centro-Destra, in un ballottaggio dagli esiti incerti.
Lanteri ha raccolto infatti circa il 28% dei suffragi. Sarà interessante vedere il 24 giugno, curiosamente coincidente con la festa patronale imperiese, se prevarrà l’aspetto politico o amministrativo.
I voti del PD, risaliti al 23% potrebbero ripartirsi tra chi preferirà “abbattere” il Centro-Destra anche a costo di votare Scajola, e tra chi invece piuttosto che rafforzare l’ex-ministro voterà Lanteri. Senza dimenticare chi non si recherà alle urne, facendo scendere il quorum per l’elezione.
In ottica nazionale è evidente che Salvini esce ulteriormente rafforzato, consolidando così l’immagine di “uomo forte” del governo. Panni in cui si sta agevolmente calando in funzione delle ultime decisioni politiche.
È evidente che Matteo Salvini sia un alleato ingombrante, sotto diversi aspetti, non ultima la sua politica di rottura. Chi accetta di vederlo nella coalizione che voterebbe, allora vota lui. Un aspetto che i suoi alleati non considerano mai, ma che finiscono per pagare.